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      Vi è nelle nazioni il progresso, ma v'è anche il regresso e il decadimento; non si può negare che molte terre fiorenti or sono desolate; e molti popoli sono periti. Ma se i nostri padri non credevano al progresso, noi non crediamo quasi più al decadimento. Il progresso prevale perché col corso del tempo cresce naturalmente il numero delle verità. In generale un sistema posteriore ad un altro abbraccia maggior copia di scoperte. Talora anche per la via di grandi calamità un popolo viene spinto quasi per forza sotto i raggi di nuove verità. Concepisce quindi un principio di maggior potenza, poiché l'uomo tanto può quanto sa.
      Roma ne' suoi primordii trovossi al confine di tre lingue, la latina, la sabina, l'etrusca, ciascuna delle quali rappresentava un proprio sistema d'idee. Roma adunque riunendo nel suo recinto famiglie di quei tre popoli, riunì tre sistemi che divennero un solo; poté valersi delle idee di tre popoli; a queste aggiunse poi le idee d'altri popoli più lontani, come dei Cartaginesi e dei Greci. A senno e valore eguale, i suoi consigli dovevano preponderare; questo costante vantaggio doveva condurla infine a soggiogare e assorbire le forze rivali.
      Costituita così da origine, Roma rimase sempre accessibile alle idee degli altri popoli; essa le accoglieva, non le rifiutava come fece la China o l'India, che erano costituite fin da origine con sistemi esclusivi. La China impose le sue tradizioni anche a' suoi conquistatori.
      Poche miglia lontano da Roma, erano sparse su tutti i lidi d'Italia le città greche; ed ecco la missione attribuita ai Decemviri, d'aprire le leggi romane all'esperienza greca.


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Psicologia delle menti associate
di Carlo Cattaneo
pagine 74

   





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