Ma è necessario ch'io perciò richiami alla memoria loro il mio fondamentale pensiero.
Tre campi ha la filosofia esperimentale: la natura, l'individuo, la società.
La filosofia della natura era stata per gli antichi solamente un preludio d'imaginazione. Il nuovo metodo esperimentale, con una tale felicità e continuità di scoperte che già costituì una famiglia di scienze tutte nuove, apre un campo di filosofiche generalità sempre più vasto e sicuro.
Altra gloria dei tempi è la filosofia della società, dacché le lingue, le legislazioni, le religioni, le scienze, le poesie, le arti, divennero nuovo campo d'osservazione morale e mentale.
Non così la filosofia dell'individuo. Anche in questa il principio esperimentale, che aveva già fondato colla reciproca sostituzione dei sensi l'educazione dei sordomuti e dei ciechi, ora tenta nuovi modi d'indagine nelle carceri, nei manicomii, nello studio comparato delle stirpi umane; ma sembra ad alcuni che per questa via si scruti l'uomo piuttosto nelle eccezioni che non nel suo essere normale e generico. Pare ad essi che un profondo pensatore non debba ingerirsi di siffatte varietà; che debba relegarle tra i fenomeni fortuiti e irrazionali; che debba contemplare nella propria coscienza l'individuo tipo; anzi, in un individuo qualsiasi anche selvaggio, debba additare tutte le libere e solitarie fonti dell'umanità e della scienza.
Cartesio, infatti, esimendosi, in nome del puro e nudo spirito, dalla tradizione e dalla società diceva: - "Ma non sapete voi dunque che parlate ad uno spirito talmente sciolto dalle cose corporee che non sa nemmeno se vi fu altro uomo prima di lui?
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