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      Ciò ch'egli chiamò antitesi, era solamente la distinzione: era un atto di analisi nella coscienza; era solamente la presenza, non era l'opposizione. E siccome la prima intuizione era una, l'antitesi, scoperta in essa per forza d'analisi, poteva congiungersi di nuovo alla tesi; e riescire con questa ad una sintesi: cioè, ad una seconda intuizione, nella quale la coscienza del complesso abbracciasse anche la coscienza delle parti.
      Antitesi delle menti associate è, a mente mia, quell'atto col quale uno o più individui, nello sforzarsi a negare un'idea, vengono a percepire una nuova idea; - ovvero quell'atto col quale uno o più individui, nel percepire una nuova idea, vengono, anche inconsciamente, a negare un'altra idea.
      Nel primo caso, ciò che distingue la nuova idea si è ch'ella nasce dal conflitto di più menti, e che fra le menti concordi, o in una mente solitaria, non sarebbe nata. Per esempio, in un giudizio criminale, il conflitto dell'accusa colla difesa può condurre alla scoperta d'un colpevole ignoto. Nessuno può prevedere qual sarà l'ultima conseguenza a cui potrà pervenire la negazione d'una idea filosofica, teologica o politica. Senza la negazione di Locke, senza la negazione di Vico, l'idea di Cartesio non avrebbe avuto anche la gloria d'essere il momento vitale da cui partirono due filosofie nuove, poste fuori dei termini ch'egli si era prefisso. Nessuno avrebbe antiveduto nella negazione di Lutero la guerra dei trent'anni, né lo stabilimento in Germania di quella perenne dualità, che le aperse tre secoli di agitazione scientifica, dopo tanti secoli di mentale sterilità.


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Psicologia delle menti associate
di Carlo Cattaneo
pagine 74

   





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