L'analisi č sempre analisi; č sempre un atto con cui la mente distingue le parti d'un tutto. Ma l'occhio non poteva trovarsi armato e guidato, se non in virtų d'una lenta preparazione della vita sociale. Quell'atto č l'ultima risultanza del lavoro degli avi e dei posteri; esso č l'opera di pių generazioni associate.
L'alternare del sole e della luna deve destare a tutta prima nell'imaginativa l'illusione che siano due corpi di grandezza e lontananza poco diseguale, lucenti ciascuno di sua propria luce, a servigio dell'immobile piano della terra, fra una moltitudine di minute stelle, sparse in una volta azzurra, poggiata sui pių eccelsi monti. Ma nella perenne continuazione dell'analisi sociale, quella volta azzurra diviene uno spazio senza limite: quelle minute scintille divengono un popolo innumerevole di soli; intorno al pių vicino dei quali si move l'umile globo della terra, traendo seco, per forza di pių vicina attrazione, il globo ancor pių esiguo della luna, che riverbera una luce non sua.
Qui l'analisi primitiva, sempre accessibile ad ogni individuo, sembra in conflitto colle analisi successive, compiute nel corso dei secoli or presso certe nazioni or presso altre, per lavoro sociale, rallentato sovente presso quelle nazioni medesime e talora derelitto.
Le leggi della forza analitica non sono dunque a cercarsi solo nelle leggi dell'intelletto. La percezione del vero č una parte del destino delle nazioni.
Pur troppo, nel seno delle genti, l'esercizio dell'analisi č preordinato e fatale.
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