Esse, ancora oggidì, vivono in cospetto ad innumerevoli fenomeni della natura e della società, senza aver mai potuto determinare l'attenzione loro ad osservarli e quasi senza vederli: anzi sovente senza volerli vedere.
Non è ancora tre secoli dacché al lume dell'analisi anatomica, l'uomo finalmente s'accorse che il sangue circola nelle sue vene. Non è ancora un secolo, dacché al lume dell'analisi chimica, primamente seppe qual fosse l'elemento vitale dell'aria ch'egli respira. Solo ai nostri giorni, nell'analisi delle lingue, egli distinse le obliate mescolanze delle nazioni; e nell'analisi delle reliquie fossili, finalmente intravide le indelebili cronologie della terra e dell'uomo.
Altro è spiegare come non si fossero fatte, molti secoli prima, quelle scoperte; altro è spiegare come non si fossero fatte, molti secoli prima, quelle ricerche. Esse non erano libere; l'intelletto nulla vi poteva. Molte cose erano inaccessibili; molte parvero lungamente inutili a sapersi; molte parvero funeste ed empie; furono interdette dai potenti ed anche dai sapienti. Nelle più sublimi evoluzioni dell'intelletto, la volontà esercita maggior dominio che non lo stesso intelletto.
Il modo d'operare dell'analisi, negletto e quasi ignoto alla filosofia antica, venne studiato di proposito dalla moderna psicologia; ma solo nell'ipotesi cartesiana dell'individuo. Or questa non considera che il genere umano è, per sua primitiva e spontanea necessità, gregario e sociale, e che l'atto più sociale degli uomini è il pensiero, poiché congiunge sovente in un'idea molte genti eziandio fra loro ignote e molte generazioni.
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