E a primo tratto, anche la tranquilla vista d'una selva o d'un ciel sereno arreca la percezione quasi d'un unico oggetto, - un'ampia verdura, - un azzurro scintillante. Ma chi poi fermi l'attenzione in alcuna delle piante e delle stelle, acquista altre evidenze che chiariscono via via quel primo concetto.
L'analisi continuata tende adunque a perlustrare, anche a più ritorni, il tutto d'ogni cosa; e non a disunire, né a dissolvere o "risolvere", come la voce d'analisi indusse molti pensatori a supporre. "Armé de l'analyse, il désunira" disse Pierre Leroux. Ma il numerare le dita della mano o le parti distintive d'un fiore, non è disunirle; bensì unirle per sempre nel concetto del numero. Coll'analisi numerica di Linneo, la botanica divenne primamente una scienza. L'anatomia, pur separando (per materiale necessità di vedere) le ossa, le articolazioni, i muscoli, i nervi, le arterie, le vene, le contempla quali cose fra loro congiunte e in quanto e come stanno fra loro congiunte; anzi mette in luce gli ignoti loro legami. Quando osserva che le quattro dita minori s'inflettono ponendosi alla base del pollice, discerne per qual modo la mano abbia la capacità di prendere e stringere. L'inattesa scoperta della tromba d'Eustachio, ossia d'un passaggio tra l'intima cavità della bocca e la cavità dell'orecchio, rivela in qual modo chi ascolta a bocca aperta, aumenti senza saperlo l'efficacia dell'udito.
Lo stesso avviene quando l'analisi ha quella veste astratta e universale che le danno le formule algebriche.
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Pierre Leroux Linneo Eustachio
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