Ozio in greco si dice scholê, ed è una delle voci più sapienti di quella lingua sapiente. La scola ossia l'ozio d'Atene è il portico, è l'orto, è la selva d'Academo. È il libero e amabile corso della mente alla ricerca del vero:
atque inter silvas Academi quaerere verum. Hor.
Le più grandi aggregazioni di popoli avvennero in Oriente lungo i grandi fiumi ove le flore e le faune native comprendevano fin da principio alcuno dei principali elementi dell'agricultura e della pastorizia. Tale era la bassa valle inondata così regolarmente dal Nilo; tali erano i due fiumi della Mesopotamia; i due fiumi della Battria; i due fiumi dell'India; i due fiumi della China. Sotto la zona torrida le grandi associazioni dei popoli si svolsero sui vasti altipiani dell'Etiopia, del Perù, del Messico, perché quivi l'altitudine fra nevosi monti mitigava i calori della latitudine. La terra meno propizia fu l'Australia, perché la natura le negò i grandi fiumi, i fecondi altipiani, e vi sparse una flora e una fauna egualmente ingrate. Mancando l'opera della natura, mancò anche l'opera della società. La vita del pensiero fu impossibile. E così avvenne che ammessa pure anche per quei miseri abbozzi d'uomo l'ipotesi della commune natura delle nazioni e il principio incontestabile della commune natura dell'intelletto, resta facilmente spiegato come quella gente non sia mai giunta ad afferrare l'idea madre né dell'agricultura, né della pastorizia, né della navigazione, né della metallurgia, e non mostri tampoco l'istinto costruttivo del castoro, e sia molto probabilmente destinata a perire in questa cadaverica inerzia d'un intelletto nato morto.
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