Non si considera fra noi più nemmeno come scienziato chi vive parasita delle tradizioni, chi non abbia dato alla scienza un'idea la quale egli possa chiamar sua. L'arte di fare le scoperte prevista e descritta anzi tempo dal profeta Bacone è divulgata a tutti. Vi sono società d'uomini la cui vita consiste nell'attendere a fare scoperte; e d'altri uomini la cui vita consiste nell'attendere ad annunciarle. È l'analisi per l'analisi!
Noi fummo testimoni degli eventi che sottomisero all'Europa e alle sue colonie le sorti dell'Asia e dell'Africa. Ora si affaccia a noi la più grande di tutte le rivoluzioni che sottomette tutte le discordi sintesi d'una scienza fantastica all'urto dell'analisi libera e armata delle opere sue; che inaugura finalmente la concorde libertà del pensiero per tutto il genere umano.
Oramai non dobbiamo curarci di rinvenire tra le reliquie del mondo fossile l'unità primordiale del genere umano. Da dovunque egli sia venuto il genere umano procede alla libera unità del pensiero.
Signori, questo è per me un breve capitolo; ma potrebbe essere ad altri un'opera di lunga lena.
Io aveva già presenti alla mente queste idee, quando (in gennaio 1862) risposi publicamente nel Politecnico ad una cortese inchiesta che l'onorevole Matteucci, allora ministro, mi faceva sulla riforma da lui proposta per gli studi scientifici in Italia.
Io gli proposi allora per sommo principio da seguirsi nel complesso delle università la divisione del lavoro, ossia la libera analisi, in quanto che non si riproducesse mai in una università l'identico programma d'un'altra; ma le sole scienze generali e necessarie, le sole scienze preliminari e accompagnatorie fossero uniformi in più facultà; ma gli altri studii costituissero corsi affatto speciali, proprii ciascuno di ciascuna università. E così per esempio, supposto che avessimo in Italia dieci uniformi facultà per gli ingegneri, ciascuna delle quali avesse dieci catedre, io intendeva che si ponesse la mira a disporre a poco a poco le cose in modo che una metà incirca di quelle catedre avesse un programma uniforme di scienze generali egualmente necessarie per tutte le varietà dell'insegnamento; ma l'altra metà delle catedre fosse intesa ad un insegnamento speciale, proprio di quella sola università. Una delle dieci facultà d'ingegneri dovrebbe fornire un insegnamento speciale d'alta matematica, destinato a preparare forti professori di questa famiglia di scienze, anche per le altre facultà, per i licei e le scuole tecniche e militari.
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