Per aumentare vie più la divisione del lavoro e la intensità dell'insegnamento, si dovrebbero ammettere in ciascuna università corsi liberi e occasionali da chi potesse apportarvi qualche ordine nuovo d'idee. Con questi corsi liberi e originali li aspiranti alle catedre si farebbero conoscere in ben altro modo che colla usanza delle terne, consegnate ai favori di amministratori non sempre competenti.
Parimenti i veterani delle facultà che attendessero notoriamente a studii di scoperta e ne dessero annuo saggio, potrebbero cedere una parte della quotidiana fatica ed esporre poi le loro dottrine in lezioni volontarie aperte a tutti.
Anzi io proposi che una facultà di Scienze Nuove si aprisse in Roma; e che a questi giochi olimpici dell'Italia pensante, fossero invitati con alta ospitalità i più gloriosi campioni della scienza straniera. Sarebbe una festa del genere umano, la festa del libero pensiero: Libertà e Verità.
Io conchiudeva allora dicendo: "che ad ogni ramo speciale di scienza si potrebbe aggiungere una relativa appendice militare; perché ad ogni più alto pensiero la gioventù deve sempre intessere un pensiero di guerra, come il popolo che rialzando dalle ruine la sacra sua città: unâ manu faciebat opus et alterâ tenebat gladium (Esdra, XI, 4)".
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