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      La Tribuna di Roma, impressionata, mandò a chiedere al Crispi, nel di lui interesse, una intervista. Stavolta il “ciò fu tutto” egli si guardò dal ripeterlo. Nell’intervista riportata dalla Tribuna, che dice averla riprodotta “con esattezza fonografica”, il colloquio breve e quasi sgarbato, concesso con difficoltà, di cui Crispi aveva parlato nell’intervista anteriore, stavolta, meno male, diventa un colloquio lungo, espansivo: poi Crispi si degna di ammettere anche il carteggio, ed aggiunge:
     
      “Rividi l’Herz a Ginevra nel 1891. Alloggiava all’Hotel de la Paix. Herz vide il mio nome tra i forestieri, venne a trovarmi, e pranzammo insieme; non si parlò che di politica sul solito tema...”
     
      Un colloquio nuovo che salta fuori, e delle vacanze estive del’91; prendiamone nota: ci avverrà di ricordarlo.
      E proseguiamo l’intervista:
     
      “Il signor Herz voleva decisarnente staccare l’Italia dalla Triplice?”
      (Crispi). “Il signor Herz parlava come tutti i francesi, i quali sono sempre ed avanti tutto patrioti”. (Oh, che tenerezza!)
      “Dell’alta onorificenza italiana che Ella avrebbe voluto dare al signor Herz la storia vera qual è?”
      (Crispi). “Ecco, una onorificenza per Herz mi fu chiesta nella sua qualità di scienziato di vaglia”.
      “Da chi?”
      (Crispi). “Mi permetta, caro signore, di non soddisfare la sua curiosità. Ogni designazione di persona potrebbe influire in questo momento ad accrescere le correnti di sospetto o determinarne; ed io credo dovere di galantuomo di non contribuirvi in alcun modo”.
      “Menabrea forse”


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Lettera agli onesti di tutti i partiti
di Felice Cavallotti
1895 pagine 82

   





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