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Ed a richiesta di chi vien fatto questo atto straordinario? Chi garantisce i meriti eccezionali del signor Herz? Uno scienziato più famoso ancora? No, un banchiere, un affarista, il signor Reinach!
Il Crispi, ben vero, aggiunge che gli era stato dipinto “come un valoroso patriota che aveva fatto splendidamente (!) il dover suo nella guerra del 1870-’71”.
E questa, se anche non fosse stata bugia, era un’altra ragione non meno stramba per dargli il gran cordone Mauriziano - tanto più che Herz, a quanto pare, non è francese, ma cittadino americano.
Insomma, da qualunque parte guardata e riguardata, la scoperta di questo gran cordone al preteso scienziato affarista Herz era e restava per tutti, in quel principio del ‘93, un enigma strabiliante, inesplicabile!
Ma, al 17 di marzo di quell’anno ‘93, venne a piovere sull’enigma una luce improvvisa.
Il signor Imbert, liquidatore giudiziario della successione dei banchiere Giacomo Reinach, suicidatosi, come vedemmo, in seguito alle rivelazioni sul Panama e alla sua rovina morale e materiale, era venuto a sapere che alla vigilia della sua morte, il suicida aveva affidato ad un amico, il signor Carpentier, una busta contenente carte, da consegnarsi al di lui fratello, Oscar di Reinach-Cessac.
Dietro invito del signor Imbert, Oscar Reinach si presentò infatti nello studio del medesimo, dove fece la consegna del piego ad esso liquidatore, in presenza del giudice di pace, assistito dal suo cancelliere, e dal signor Perard, notaio. Il piego non era suggellato: perciò il liquidatore si oppose che venisse esaminato, se non alla presenza della Commissione parlamentare d’inchiesta intorno agli affari del Panama.
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