Diventa sporca, se si pensa che questo riserbo significante del Ressmann avrebbe dovuto bastare a porre sull’avviso chi avesse voluto intendere: e che il domandare informazioni sopra l’Herz a Menabrea era, per un ministro degli esteri che si rispetta e per una persona delicata, la cosa più indelicata del mondo. Non occorre essere un grand’uomo di Stato né un ministro di prim’ordine - basta l’abbicì del mestiere - per sapere che in un ministro degli esteri non è ammessa, né lecita la ignoranza delle situazioni personali dei propri ambasciatori nelle sedi ove rappresentano, al cospetto dell’estero, l’onore della nazione. Ma oltre che il ministro non avea diritto di ignorarlo, (e meno fra tutti il Crispi già entrato in rapporto d’amicizia coll’Herz per la presentazione laudatoria fattane dallo stesso Menabrea alla sua signora, a Carlsbad, fin dal 12 agosto 1888) - era notorio che l’ambasciatore Menabrea pur troppo avea contratto vincoli stretti e disdicevoli di interesse coll’Herz, il quale avea preso il di lui figlio come impiegato presso di sé, a lire 1000 al mese, cioè a uno stipendio molto superiore ai suoi meriti, e aveva da lui stesso, Menabrea, quando questi ebbe bisogno di danaro, comperato per una somma elevatissima un villino presso Aix les Bains - villino che il Menabrea non avea più diritto di vendere (e siccome si tratta di una causa niente bella che fece chiasso e si trascinò pei tribunali, e che non entra nel mio tema, passo oltre; solo informerò il signor Crispi che precisamente in quel villino Cornelio Herz si è vantato di essersi trovato più di una volta con lui).
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