Si assicura che il ministro Crispi disse al re, che sottoscrivendo quel decreto, avrebbe fatto cosa grata a voi; e che richiesto dal nostro ambasciatore Ressmann dichiaraste falso quanto a voi si riferiva.
F. Cavallotti non desidera che la conferma o no della vostra smentita; vi sarei grato se voleste darmi cinque minuti in proposito.
Gradite signor senatore ecc.
G. EANDI
Risposta scritta di Freycinet:
Paris, 8 mai 1895
Je m’empresse de repondre a votre lettre d’hier.
Je ne possède pas de renseignements sur la question qui vous occupe et je ne puis que confirmer pleinement la déclaration de votre ambassadeur.
Agréez, monsieur, l’expression de ma consideration très distinguéeC. DE FREYCINET
M.r Giovanni Eandi
Délégué de l’Association Syndacale de la Presse étrangère.
Non commento e tiro avanti.
Arrivata la informazione da Parigi, il re non esitò un solo minuto. Un provvedimento, e subito, s’imponeva.
Bella novità sento dirmi. Questo non fu merito delta Corona! questo fu tutto merito di Crispi! Lo ha fatto stampar lui nella Riforma a più riprese (Riforma 23 marzo, 25 marzo, 29 marzo ’93), e a lettere di scatola, che questo si deve a lui solo! Che fu lui e nessun altri a lacerare il decreto con le sue mani appena vennero informazioni diverse.
Ancora adesso, nel darmi del mentitore e di tutti i titoli, ha stampato da capo nella sua Riforma (10 giugno ’95, n. 148) “che l’on. Crispi lasciò il potere il 9 febbraio dopo avere spontaneamente deciso di sospendere l’effetto del decreto per l’onorificienza, mentre avrebbe potuto liberamente dargli corso (quanta bontà!): e quindi l’assurdo della calunnia del signor Cavallotti è evidente”.
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