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      Crispi scatta furiosamente esclamando: “È impossibile! Non è vero!”. L’altro gli osserva cortesemente e con flemma che il negare non serve, che la smentita proviene direttamente da Parigi, dal Ressmann, raccolta dalla bocca stessa del Freycinet, (ah, povero Ressmann, l’hai pagata cara!) e che le notizie intorno all’Herz sono proprio cattivissime.
      Crispi, confuso, protesta ch’egli ne avea avuto di eccellenti dall’ambasciatore Menabrea (quelle tali del rapporto famoso dell’anno addietro, in seguito al quale la pratica si era dovuta metter la prima volta a dormire!) e che riserbavasi di fargliele vedere per convincere lui ed il re.
      Insomma per quel giorno non ci fu verso di cavarne nulla. Altro che stracciare il decreto appena giunte le informazioni nuove! Il Rattazzi si reca ad informare della resistenza energica trovata, tanto il re che il Di Rudinì, colla cui piena intesa, ritorna infatti, di lì a qualche giorno, dal Crispi, e lo trova più duro, più ricalcitrante che mai. A un certo punto il Crispi tira fuori finalmente da un cassetto del suo scrittoio, a destra, il famoso rapporto Menabrea (ah Giolitti, Giolitti sottrattore di documenti!) dove eran segnati dei brani, e ne legge col Rattazzi quelli che a lui Crispi facevan comodo nei quali infatti si parlava dei meriti scientifici dell’Herz e della sua campagna del 1870; ma nella lettura scappa fuori, e l’altro afferra naturalmente, anche il brano dove il Menabrea, per discarico di coscienza, accennava al genere di vita equivoco dell’Herz, e sconsigliava l’altissima decorazione!


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Lettera agli onesti di tutti i partiti
di Felice Cavallotti
1895 pagine 82

   





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