E - in data 4 maggio 1891 - finalmente il Crispi scrive candidamente a Reinach (Riforma, 29 marzo 1893) una lettera monumento ove dice:
Roma, 4 maggio 1891
Caro Jacques,
vi prego di non insistere più nella domanda per la saputa decorazione. Le ragioni per le quali era stata domandata son venute meno... Mancando la ragione politica ed i meriti del decorando, prudenza esige non se ne parli più. Del resto fate che il vostro amico renda qualche servizio all’Italia ed allora potrà meritarsi un premio al quale, al presente, parmi non possa aver diritto. Vostro aff.moCRISPI
Oh, delicatissimo uomo! Solamente ai 4 di maggio, due mesi dopo che il decreto era annullato, ti sei risoluto a far sapere al povero Reinach la verità? E non gli hai detto nulla né alla fine di febbraio, né ai primi di marzo, quando Rattazzi ti metteva alle strette e il Reinach per tua confessione - trovavasi qui in Roma chiamato da te?
E invece di sfogarti irritato con lui per la triste figura che ti aveva fatto fare, l’hai lasciato nella sua beata illusione, al punto che il 24 marzo (data ammessa da te, provata schiacciantemente dall’indice del morto) per abbreviare i ritardi, egli credesse necessario ungere ancora le ruote e timandasse le 50.000 lire per spese di cancelleria, come è detto a chiare lettere nel verbale di Parigi?
E - dopo le informazioni sapute sull’Herz non te la senti venire neanche una amara parola - tu che tante contro i galantuomini ne trovi! e hai il coraggio ancora di esprimere in termini affettuosissimi al caro Jacques la speranza che un tipo di quel genere renda alla tua Italia servigi?
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