Infatti, eran già in mano del giudice!
E giunge, il Reinach, a Roma il lunedì 27, ricevuto alla stazione in gran segreto da due intimi segretari di Crispi, coi quali va difilato a chiudersi in una casa ai Prati di Castello; e il suo arrivo è tenuto segreto e nascosto come l’arrivo di un cospiratore o di un latitante, e con tanta gelosa cura che si ottiene di farne cancellare il nome persino dal registro dei forestieri!
Ma il suo arrivo produce un cambiamento a vista: e l’effetto immediato è... l’articolo della Riforma del dì successivo (28-29 marzo ‘93) dove muta interamente il piano di difesa, rinunzia alle smentite temerarie del 18, del 22, del 24, non parla più di lettere false o pretese e si degna d’ammettere l’esistenza... della lettera Reinach 24 marzo 1891!
TERZA PARTE
Del resto il delicatissimo uomo, cui parve delicato tanto l’opporsi alla inchiesta sulla Banca Romana, essendone debitore clandestino e domandandole due dì appresso altro sconto, quanto lo attestare il falso ad un giudice, ha torto di affastellare contro la luce del sole smentite inutili,
bugie, quando si scopre che si mandano cinquantamila lire per un gran cordone. Dopo tutto non è gran somma; egli è abituato a ben maggiori e - fatto ragguaglio dei tempi e della età e dell’altissimo grado dell’uomo, non esorbita le proporzioni del prezzo che - semplice giovane avvocato in Palermo - sotto il governo dei Borboni chiedeva per ottenimento, non di decorazioni, ma di impieghi.
Ne fa fede un vecchio istromento notarile del dicembre 1845 da tempo giuntomi nel suo autentico originale, rogato dal notaio Francesco Marchese al quale è annesso l’allegato seguente:
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