Noi troviamo cosí, e cosí crediamo dipendere da uomo virtuoso. Di poi troviamo essere de' nostri Cellini in Ravenna, piú antica città di Italia, e quivi è gran gentili uomini; ancora n'è in Pisa, e ne ho trovati in molti luoghi di Cristianità; e in questo Stato ancora n'è restato qualche casata, pur dediti all'arme; ché non sono molti anni da oggi che un giovane chiamato Luca Cellini, giovane senza barba, combatté con uno soldato pratico e valentissimo uomo, che altre volte aveva combattuto in isteccato, chiamato Francesco da Vicorati. Questo Luca per propria virtú con l'arme in mano lo vinse e amazzò con tanto valore e virtú, che fe' maravigliare il mondo, che aspettava tutto il contrario: in modo che io mi glorio d'avere lo ascendente mio da uomini virtuosi. Ora quanto io m'abbia acquistato qualche onore alla casa mia, li quali a questo nostro vivere di oggi per le cause che si sanno, e per l'arte mia, quali non è materia da gran cose al suo luogo io le dirò; gloriandomi molto piú essendo nato umile e aver dato qualche onorato prencipio alla casa mia, che se io fussi nato di gran lignaggio, e colle mendacie qualità io l'avessi macchiata o stinta. Per tanto darò prencipio come a Dio piacque che io nascessi.
III. Si stavano innella Val d'Ambra li mia antichi, e quivi avevano molta quantità di possessioni; e come signorotti, là ritiratisi per le parte vivevano: erano tutti uomini dediti all'arme e bravissimi. In quel tempo un lor figliuolo, il minore, che si chiamò Cristofano, fece una gran quistione con certi lor vicini e amici: e perché l'una e l'altra parte dei capi di casa vi avevano misso le mani, e veduto costoro essere il fuoco acceso di tanta importanza, che e' portava pericolo che le due famiglie si disfacessino affatto; considerato questo quelli piú vecchi, d'accordo, li mia levorno via Cristofano, e cosí l'altra parte levò via l'altro giovane origine della quistione.
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