Il mio buon padre subito alla lettera rispose dicendo cosí: - Figliuol mio, l'amor ch'io ti porto è tanto che, se non fussi il grande onore, quale io sopra ogni cosa osservo, subito mi sarei messo a venire per te, perché certo mi pare essere senza il lume degli occhi il non ti vedere ogni dí, come far solevo. Io attenderò a finire di condurre a virtuoso onore la casa mia, e tu attendi a imparar delle virtú; e solo voglio che tu ricordi di queste quattro semplici parole: e queste osserva, e mai non te le dimenticare:
In nella casa che tu vuoi stare,
vivi onesto e non vi rubare.
XI. Capitò questa lettera alle mane di quel mio maestro Ulivieri e di nascosto da me la lesse; di poi mi si scoperse averla letta, e mi disse queste parole: - Già, Benvenuto mio, non mi ingannò il tuo buono aspetto, quanto mi afferma una lettera, che m'è venuta alle mane, di tuo padre, quale è forza che lui sia molto uomo buono e da bene; cosí fa conto d'essere nella casa tua e come con tuo padre -. Standomi in Pisa andai a vedere il Campo Santo, e quivi trovai molte belle anticaglie: ciò è cassoni di marmo, e in molti altri luoghi di Pisa viddi molte altre cose antiche, intorno alle quali tutti e' giorni che mi avanzavano del mio lavoro della bottega assiduamente mi affaticavo; e perché il mio maestro con grande amore veniva a vedermi alla mia cameruccia, che lui mi aveva dato, veduto che io spendevo tutte l'ore mie virtuosamente, mi aveva posto uno amore come se padre mi fusse. Feci un gran frutto in uno anno che io vi stetti, e lavorai d'oro e di argento cose importante e belle, le quali mi detton grandissimo animo a 'ndar piú inanzi.
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