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      Anche quel mio nuovo maestro usò parecchi parole, dicendo che non mi aveva chiamato, e che io gli farei piacere a ritornare col Firenzuola. A questo io aggiunsi che non cognoscendo in modo alcuno di farli torto, e avendo finite l'opere mia cominciate, volevo essere mio e non di altri; e chi mi voleva mi chiedessi a me. A questo disse il Firenzuola: - Io non ti voglio piú chiedere a te, e tu non capitare innanzi per nulla piú a me -. Io gli ricordai e' mia danari: lui sbeffandomi; a il quale io dissi, che cosí bene come io adoperavo e' ferri per quelle tale opere, che lui aveva visto, non manco bene adoperrei la spada per recuperazione delle fatiche mie. A queste parole a sorta si fermò un certo vecchione, il quale si domandava maestro Antonio da San Marino. Questo era il primo piú eccellente orefice di Roma, ed era stato maestro di questo Firenzuola. Sentito le mia ragione, quale io dicevo di sorte che le si potevano benissimo intendete, subito preso la mia protezione, disse al Firenzuola che mi pagassi. Le dispute furno grande, perché era questo Firenzuola maraviglioso maneggiator di arme; assai piú che ne l'arte de l'orefice; pur è la ragione che volse il suo luogo, e io con lo istesso valore lo aiutai, in modo che io fui pagato; e con ispazio di tempo il ditto Firenzuola e io fummo amici, e gli battezzai un figliuolo, richiesto da lui.
     
      XV. Seguitando di lavorare con questo maestro Pagolo Arsago, guadagnai assai, sempre mandando la maggior parte al mio buon padre.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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