Pagina (33/536)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Parendo a me, per l'entrar della mana e quello rumor de' panni, aver fatto grandissimo male, e lui per ispavento caduto a terra, dissi: - O traditori, oggi è quel dí che io tutti vi ammazzo -. Credendo il padre, la madre e le sorelle che quel fusse il dí del Giudizio, subito gettatisi inginocchione per terra, misericordia ad alta voce con le bigoncie chiamavano: e veduto non fare alcuna difesa contro di me, e quello disteso in terra come morto, troppo vil cosa mi parve a toccargli; ma furioso corsi giú per la scala: e giunto alla strada, trovai tutto il resto della casata, li quali erano piú di dodici; chi di loro aveva una pala di ferro, alcuni un grosso canale di ferro, altri martella, ancudine, altri bastoni. Giunto fra loro, sí come un toro invelenito, quattro o cinque ne gittai in terra, e con loro insieme caddi, sempre menando il pugnale ora a questo ora a quello. Quelli che in piedi restati erano, quanto egli potevano sollecitavano, dando a me a dua mane con martella, con bastoni e con ancudine: e perché Idio alcune volte piatoso si intermette, fece che né loro a me e né io a loro non ci facemmo un male al mondo. Solo vi restò la mia berretta, la quale assicuratisi e' mia avversari che discosto a quella si eron fuggiti, ugniuno di loro la percosse con le sua arme: di poi riguardato infra di loro de e' feriti e morti, nessuno v'era che avessi male.
     
      XVIII. Io me ne andai alla volta di santa Maria Novella, e subito percossomi in frate Alesso Strozzi, il quale io non conosceva, a questo buon frate io per l'amor de Dio mi raccomandai, che mi salvassi la vita, perché grande errore avevo fatto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





Giudizio Idio Maria Novella Alesso Strozzi Dio Giunto