Di poi disse: - O figliuol mio buono, con queste in mano, o tu vivi o tu muori -. Pier Landi, che era quivi alla presenza, non cessava di lacrimare, e pòrtomi dieci scudi d'oro, io dissi che mi levassi certi peletti della barba, che prime caluggine erano. Frate Alesso mi vestí in modo di frate e un converso mi diede per compagnia. Uscitomi del convento, uscito per la porta di Prato, lungo le mura me ne andai insino alla piazza di San Gallo; e salito la costa di Montui, in una di quelle prime case trovai un che si domandava il Grassuccio, fratel carnale di misèr Benedetto da Monte Varchi. Subito mi sfratai, e ritornato uomo, montati in su dua cavalli, che quivi erano per noi, la notte ce ne andammo a Siena. Rimandato indrieto il detto Grassuccio a Firenze, salutò mio padre e gli disse che io ero giunto a salvamento. Mio padre rallegratosi assai, gli parve mill'anni di ritrovar quello degli Otto che gli aveva detto ingiuria; e trovatolo disse cosí: - Vedete voi, Antonio, ch'egli era Idio quello che sapeva quel che doveva essere del mio figliuolo, e non voi? - Al cui rispose: - Di' che ci càpiti un'altra volta -. Mio padre allui: - Io attenderò a ringraziare Idio, che l'ha campato di questo.
XIX. Essendo a Siena, aspettai il procaccia di Roma, e con esso mi accompagnai. Quando fummo passati la Paglia scontrammo il corriere che portava le nuove del papa nuovo, che fu papa Clemente. Giunto a Roma mi missi a lavorare in bottega di maestro Santi orefice: se bene il detto era morto, teneva la bottega un suo figliuolo.
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