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      - in questo contrasto, che da me medesimo faceva, comparse molti spagnuoli insieme con il loro maestro di casa, il quale a il lor temerario modo disse a quei tanti, che entrassin drento, e che togliessino il vaso, e me bastonassino. Alle qual parole io monstrai loro la bocca dello scoppietto in ordine col suo fuoco, e ad alta voce gridavo: - Marrani, traditori, assassinas'egli a questo modo le case e le botteghe in una Roma? Tanti quanti di voi, ladri, s'appresseranno a questo isportello, tanti con questo mio istioppo ne farò cader morti -. E volto la bocca d'esso istioppo al loro maestro di casa, accennando di trarre, dissi: - E tu ladrone, che gli ammetti, voglio che sia il primo a morire -. Subito dette di piede a un giannetto, in su che lui era, e a tutta briglia si misse a fuggire. A questo gran romore era uscito fuora tutti li vicini; e di piú passando alcuni gentiluomini romani, dissono: -Ammazzali pur questi marrani, perché sarai aiutato da noi -. Queste parole furno di tanta forza, che molto ispaventati da me si partirno; in modo che, necessitati dal caso, furno forzati annarrare tutto il caso a monsignor, il quale era superbissimo, e tutti quei servitori e ministri isgridò, sí perché loro eran venuti a fare un tale eccesso, e perché, da poi cominciato, loro non l'avevano finito. Abbattessi in questo quel pittore che s'era intervenuto in tal cosa, a il quale monsignore disse che mi venissi a dire da sua parte, che se io non gli portavo il vaso subito, che di me il maggior pezzo sarien gli orecchi; e se io lo portavo, che subito mi darebbe il pagamento di esso.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





Roma