Cosí godetti piacevolmente quella notte con molta piú mia sadisfazione, che con la patrona Faustina fatto non arei. Apressandosi all'ora del desinare, onde io stanco, che molte miglia avevo camminato, volendo pigliare il cibo, mi prese un gran dolore di testa, con molte anguinaie nel braccio manco, scoprendomisi un carbonchio nella nocella della mana manca, dalla banda di fuora. Spaventato ugnuno in casa, lo amico mio, la vacca grossa e la minuta tutte fuggite, onde io restato solo con un povero mio fattorino, il quale mai lasciar mi volse, mi sentivo soffocare il cuore, e mi conoscevo certo esser morto. In questo, passando per la strada il padre di questo mio fattorino, il quale era medico del cardinale Iacoacci e a sua provisione stava, disse il detto fattore al padre: - Venite, mio padre, a veder Benvenuto, il quale è con un poco di indisposizione a letto -. Non considerando quel che la indisposizione potessi essere, subito venne a me, e toccatomi il polso, vide e sentí quel che lui volsuto non arebbe. Subito vòlto al figliuolo, gli disse: - O figliuolo traditore, tu m'hai rovinato: come poss'io piú andare innanzi al cardinale? - A cui il figliuol disse: - Molto piú vale, mio padre, questo mio maestro, che quanti cardinali ha Roma -. Allora il medico a me si volse, e disse: - Da poi che io son qui, medicare ti voglio. Solo di una cosa ti fo avvertito, che avendo usato il coito, se' mortale -. Al quali io dissi: - Hollo usato questa notte -. A questo disse il medico: - In che creatura, e quanto?
| |
Faustina Iacoacci Benvenuto Roma
|