Messo che io fui in opera, di poi dua giorni appresso io me ne andai a visitare misser Iulio Romano pittore eccellentissimo, già ditto, molto mio amico, il quale misser Iulio mi fece carezze inestimabile ed ebbe molto per male che io non ero andato a scavalcare a casa sua; il quale vivea da signore, e faceva una opera pel Duca fuor della porta di Mantova, luogo detto a Te. Questa opera era grande e maravigliosa, come forse ancora si vede. Subito il ditto misser Iulio con molte onorate parole parlò di me al Duca; il quale mi commesse che io gli facessi un modello per tenere la reliquia del sangue di Cristo, che gli hanno, qual dicono essere stata portata quivi da Longino; di poi si volse al ditto misser Iulio, dicendogli che mi facessi un disegno per detto reliquiere. A questo, misser Iulio disse: - Signore, Benvenuto è un uomo che non ha bisogno delli disegni d'altrui, e questo Vostra Eccellenzia benissimo lo giudicherà, quando la vedrà il suo modello -. Messo mano a far questo ditto modello, feci un disegno per il ditto reliquiere da potere benissimo collocare la ditta ampolla: di poi feci per di sopra un modelletto di cera. Questo si era un Cristo assedere, che innella mana mancina levata in alto teneva la sua Croce grande, con atto di appoggiarsi a essa; e con la mana diritta faceva segno con le dita di aprirsi la piaga del petto. Finito questo modello, piacque tanto al Duca, che li favori furno inistimabili, e mi fece intendere, che mi terrebbe al suo servizio con tal patto, che io riccamente vi potrei stare.
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