Ma perché io non avevo altra cosa che fare se non legare gioie, che se bene questo era il maggior guadagno che io potessi fare, non mi contentavo, perché desideravo fare opere d'altra virtú che legar gioie; in questo accadde un certo Federigo Ginori, giovane di molto elevato spirito. Questo giovane era stato a Napoli molti anni, e perché gli era molto bello di corpo e di presenza, se era innamorato in Napoli di una principessa; cosí, volendo fare una medaglia innella quale fussi un Atalante col mondo addosso, richiese il gran Michelagnolo, che gne ne facessi un poco il disegno. Il quale disse al ditto Federigo: - Andate a trovare un certo giovane orefice, che ha nome Benvenuto; quello vi servirà molto bene, e certo che non gli accade mio disegno; ma perché voi non pensiate che di tal piccola cosa io voglia fuggire le fatiche, molto volentieri vi farò un poco di disegno: intanto parlate col detto Benvenuto, che ancora esso ne faccia un poco di modellino; di poi il meglio si metterà in opera -. Mi venne a trovare questo Federigo Ginori, e mi disse la sua voluntà, appresso quanto quel maraviglioso Michelagnolo mi aveva lodato; e che io ne dovessi fare ancora io un poco di modellino di cera, in mentre che quel mirabile uomo gli aveva promesso di fargli un poco di disegno. Mi dette tanto animo quelle parole di quel grande uomo, che io subito mi messi con grandissima sollecitudine a fare il detto modello; e finito che io l'ebbi, un certo dipintore molto amico di Michelagnolo, chiamato Giuliano Bugiardini, questo mi portò il disegno de l'Atalante.
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