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      Era passato piú di dieci giorni, che io non m'ero fatto vedere a quel detto maestro Iacopino della Barca; il quale, vedutomi a caso, mi fece grandissima accoglienza, e domandatomi quant'egli era che io ero giunto, gli dissi che gli era circa quindici giorni. Questo uomo l'ebbe molto per male, e mi disse che io tenevo molto poco conto d'un papa, il quale con grande istanzia di già gli aveva fatto scrivere tre volte per me: e io, che l'avevo aùto molto piú per male di lui, nulla gli risposi mai, anzi mi ingozzavo la stizza.Questo uomo, ch'era abundantissimo di parole, entrò in sun una pesta e ne disse tante, che pur poi, quando io lo viddi stracco, non gli dissi altro, se non che mi menassi dal Papa a sua posta; il qual rispose, che sempre era tempo; onde io gli dissi: - E io ancora son sempre parato -. Cominciatosi a 'vviare verso il palazzo, e io seco (questo fu il Giovedí santo), giunti alle camere del Papa lui che era conosciuto e io aspettato, subito fummo messi drento. Era il Papa innel letto un poco indisposto e seco era misser Iacopo Salviati e l'arcivescovo di Capua. Veduto che m'ebbe il Papa, molto strasordinariamente si rallegrò; e io, baciatogli e' piedi, con quanta modestia io potevo me li accostavo appresso, mostrando volergli dire alcune cose d'importanza. Subito fatto cenno con la mana, il ditto missere Iacopo e l'arcivescovo si ritirorno molto discosto da noi. Subito cominciai, dicendo: - Beatissimo Padre, da poi che fu il Sacco in qua, io non mi son potuto né confessare né comunicare, perché non mi vogliono assolvere.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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