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      Sentendo continuare quel tomulto, ancora io levatomi da tavola, e messomi la mia spada accanto, che per ugniuno in quel tempo si portava, giunto al ponte Sant'Agnolo viddi un ristretto di molti uomini: per la qual cosa fattomi innanzi, essendo da alcuni di quelli conosciuto, mi fu fatto largo e mostromi quel che manco io arei voluto vedere, se bene mostravo grandissima curiosità di vedere. In prima giunta nol cognobbi, per essersi vestito di panni diversi da quelli che poco innanzi io l'avevo veduto; di modo che, conosciuto lui prima me, disse: - Fratello carissimo, non ti sturbi il mio gran male, perché l'arte mia tal cosa mi prometteva; fammi levare di qui presto, perché poche ore ci è di vita -. Essendomi conto il caso in mentre che lui mi parlava, con quella brevità che cotali accidenti promettono, gli risposi: - Fratello, questo è il maggior dolore e il maggior dispiacere che intervenir mi possa in tutto il tempo della vita mia: ma istà di buona voglia, che innanzi che tu perda la vista, di chi t'ha fatto male vedrai le tua vendette fatte per le mia mane -. Le sue parole e le mie furno di questa sustanzia, ma brevissime.
     
      XLIX. Era la corte discosto da noi cinquanta passi, perché Maffio, ch'era lor bargello, n'aveva fatto tornare una parte per levar via quel caporale che il mio fratello aveva ammazzato; di modo che, avendo camminato prestissimo quei parecchi passi rinvolto e serrato nella cappa, ero giunto a punto accanto a Maffio, e certissimo l'ammazzavo, perché i populi erano assai, e io m'ero intermesso fra quelli.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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