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      Sopraggiunto in questo Giovan Bandini, disse loro: - Questo pugnale è il mio, e l'avevo prestato a Benvenuto, il quale voleva far le vendette del suo fratello -. I ragionamenti di questi soldati furno assai, dolendosi d'avermi impedito, se bene la vendetta s'era fatta a misura di carboni. Passò piú di otto giorni: il Papa non mi mandò a chiamare come e' soleva. Da poi mandatomi a chiamare per quel gentiluomo bolognese suo cameriere, che già dissi, questo con gran modestia mi accennò come il Papa sapeva ogni cosa, e che Sua Santità mi voleva un grandissimo bene, e che io attendessi a lavorare e stessi cheto. Giunto al Papa, guardatomi cosí coll'occhio del porco, con i soli sguardi mi fece una paventosa bravata; di poi atteso a l'opera, cominciatosi a rasserenare il viso, mi lodò oltra modo, dicendomi che io avevo fatto un gran lavorare in sí poco tempo; da poi guardatomi in viso, disse: - Orche tu se' guarito, Benvenuto, attendi a vivere - e io, che lo 'ntesi, dissi che cosí farei. Apersi una bottega subito bellissima in Banchi, al dirimpetto a quel Raffaello, e quivi fini' la detta opera in pochi mesi a presso.
     
      LII. Mandatomi il Papa tutte le gioie, dal diamante in fuora, il quale per alcuni sua bisogni lo aveva impegnato a certi banchieri genovesi, tenevo tutte l'altre gioie, e di questo diamante avevo solo la forma. Tenevo cinque bonissimi lavoranti, e fuora di questa opera facevo di molte faccende; in modo che la bottega era carica di molto valore d'opere e di gioie, d'oro e di argento.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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