Cominciai a pigliare grandissimo miglioramento, e in questo che io pigliavo il detto legno sempre tiravo inanzi i modelli di quella opera; e' quali in cotesta astinenzia io feci le piú belle cose e le piú rare invenzione che mai facessi alla vita mia. In capo di cinquanta giorni io fui benissimo guarito, e di poi con grandissima diligenzia io mi attesi a 'ssicurare la sanità adosso. Di poi che io fui sortito di quel gran digiuno, mi trovai in modo netto dalle mie infirmità, come se rinato io fussi. Se bene io mi pigliavo piacere ne l'assicurare quella mia desiderata sanità, non mancavo ancora di lavorare; tanto che innell'opera detta e innella zecca, ad ogniona di loro certissimo davo la parte del suo dovere.
LX. Abbattessi ad essere fatto legato di Parma quel ditto cardinale Salviati, il quale aveva meco quel grande odio sopraditto. In Parma fu preso un certo orefice milanese falsatore di monete, il quali per nome si domandava Tobbia. Essendo giudicato alla forca e al fuoco, ne fu parlato al ditto Legato, messogli innanzi per gran valente uomo. Il ditto Cardinale fece sopratenere la eseguizione della giustizia, e scrisse a papa Clemente, dicendogli essergli capitato in nelle mane uno uomo il maggior del mondo della professione de l'oreficeria, e che di già gli era condennato alle forche e al fuoco, per essere lui falsario di monete; ma che questo uomo era simplice e buono, perché diceva averne chiesto parere da un suo confessoro, il quale, diceva, che gneneaveva dato licenzia che le potessi fare.
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