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      Di piú diceva: - Se voi fate venire questo grande uomo a Roma, Vostra Santità sarà causa di abbassare quella grande alterigia del vostro Benvenuto, e sono certissimo che le opere di questo Tobbia vi piaceranno molto piú che quelle di Benvenuto -. Di modo che il Papa lo fece venire subito a Roma. E poi che fu venuto, chiamatici tutti a dua, ci fece fare un disegno per uno a un corno di liocorno il piú bello che mai fusse veduto: si era venduto diciassette mila ducati di Camera. Volendolo il Papa donare a il re Francesco, lo volse in prima guarnire riccamente d'oro, e commesse a tutti a dua noi che facessimo i detti disegni. Fatti che noi gli avemmo, ciascun di noi il portò al Papa. Era il disegno di Tubbia affoggia di un candegliere, dove, a guisa della candela, si imboccava quel bel corno, e del piede di questo ditto candegliere faceva quattro testoline di liocorno con semplicissima invenzione: tanto che quando tal cosa io vidi, non mi potetti tenere che in un destro modo io non sogghignassi. Il Papa s'avvide e subito disse: - Mostra qua il tuo disegno, - il quale era una sola testa di liocorno, a conrispondenza di quel ditto corno. Avevo fatto la piú bella sorte di testa che veder si possa; il perché si era, che io avevo preso parte della fazione della testa del cavallo e parte di quella del cervio, arricchita con la piú bella sorte di velli e altre galanterie, tale che, subito che la mia si vide, ogniuno gli dette il vanto. Ma perché alla presenza di questa disputa era certi milanesi di grandissima autorità, questi dissono: - Beatissimo Padre, Vostra Santità manda a donare questo gran presente in Francia: sappiate che i Franciosi sono uomini grossi, e non cognosceranno l'eccellenzia di questa opera di Benvenuto; ma sí bene piacerà loro questi ciborii, li quali ancora saranno fatti piú presto; e Benvenuto vi attenderà a finire il vostro calice, e verravi fatto dua opere in un medesimo tempo; e questo povero uomo, che voi avete fatto venire, verrà ancora lui ad essere adoperato -. Il Papa, desideroso di avere il suo calice, molto volentieri s'appiccò al consiglio di quei milanesi: cosí l'altro giorno dispose quella opera a Tubbia di quel corno di liocorno, e a me fece intendere per il suo guardaroba che io dovessi finirgli il suo calice.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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