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      Tornato il Governatore, fattomi chiamare in camera sua, e con un birresco sguardo, mi disse: - E' papi hanno autorità di sciorre e legare tutto il mondo, e tanto subito si afferma in Cielo per ben fatto: eccoti là la tua opera sciolta e veduta da Sua Santità -. Allora subito io alzai la voce e dissi: - Io ringrazio Idio, che io ora so ragionare com'è fatta la fede de' papi -. Allora il Governatore mi disse e fece molte sbardellate braverie; e da poi veduto che lui dava in nunnulla, affatto disperatosi dalla impresa, riprese alquanto la maniera piú dolce, e mi disse: - Benvenuto, assai m incresce che tu non vuoi intendere il tuo bene; però va', porta i cinquecento scudi, quando tu vuoi, a Pompeo sopra ditto -. Preso la mia opera, me ne andai, e subito portai li cinquecento scudi a quel Pompeo. E perché talvolta il Papa, pensando che per incomodità o per qualche altra occasione io non dovessi cosí presto portare i dinari, desideroso di rattaccare il filo della servitú mia; quando e' vedde che Pompeo gli giunse innanzi sorridendo con li dinari in mano, il Papa gli disse villania, e si condolse assai che tal cosa fussi seguita in quel modo: di poi gli disse: - Va', truova Benvenuto a bottega sua, e fagli piú carezze che
      può la tua ignorante bestialità; e digli, che se mi vuol finire quell'opera per farne un reliquiere per portarvi drento il Corpus Domini, quando io vo con esso a pricissione, che io gli darò le comodità che vorrà a finirlo; purché egli lavori -. Venuto Pompeo a me, mi chiamò fuor di bottega, e mi fece le piú isvenevole carezze d'asino, dicendomi tutto quel che gli aveva commesso il Papa.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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