Allora rispose il prete: - Se di cotesto ti basta la vista, di tutto il resto io te ne satollerò -. Cosí fummo d'acordo di dar principio a tale impresa. Il detto prete una sera in fra l'altre si messe in ordine, e mi disse che io trovassi un compagno, insino in dua. Io chiamai Vincenzio Romoli mio amicissimo, e lui menò seco un Pistolese, il quale attendeva ancora lui alla negromanzia. Andaticene al Culiseo, quivi paratosi il prete a uso di negromante, si misse a disegnare i circuli in terra con le piú belle cirimonie che immaginar si possa al mondo; e ci aveva fatto portare profummi preziosi e fuoco, ancora profummi cattivi. Come e' fu in ordine, fece la porta al circulo; e presoci per mano, a uno a uno ci messe drento al circulo; di poi conpartí gli uffizii; dette il pintàculo in mano a quell'altro suo compagno negromante, agli altri dette la cura del fuoco per e' profummi; poi messe mano agli scongiuri. Durò questa cosa piú d'una ora e mezzo; comparse parecchi legione, di modo che il Culiseo era tutto pieno. Io che attendevo ai profummi preziosi, quando il prete cognobbe esservi tanta quantità, si volse a me e disse: - Benvenuto, dimanda lor qualcosa -. Io dissi che facessino che io fussi con la mia Angelica siciliana. Per quella notte noi non avemmo risposta nessuna; ma io ebbi bene grandissima satisfazione di quel che io desideravo di tal cosa. Disse il negromante che bisognava che noi ci andassimo un'altra volta, e che io sarei satisfatto di tutto quello che io domandavo, ma che voleva che io menassi meco un fanciulletto vergine.
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Vincenzio Romoli Pistolese Culiseo Culiseo Angelica Benvenuto
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