Pagina (185/536)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Volto lor la punta dell'arme, dissi: - Con questa vi mostrerrò che io non posso -. Voluto fare un poco di dimostrazione, messo mano all'arme e fattosi innanzi quel de' Magalotti, io saltai in su l'orlo della barca, e tira'gli un cosí gran colpo, che se non cadeva rovescio in terra, io lo passavo a banda a banda. Gli altri compagni, scambio di aiutarlo, si ritirorno indietro: e veduto che io l'arei potuto ammazzare, in cambio di dargli, io li dissi: - Levati su, fratello, e piglia le tue arme e vattene; bene hai tu veduto che io non posso quel che io non voglio, e quel che io potevo fare non ho voluto -. Di poi chiamai drento il Tribolo e il barcheruolo e Lamentone; cosí ce ne andammo alla volta di Vinezia. Quando noi fummo dieci miglia per il Po, quelli giovani erano montati in su una fusoliera e ci raggiunsono; e quando a noi furno al dirimpetto, quello isciocco di Pier Benintendi mi disse: - Vien pur via, Benvenuto, ché ci rivedremo in Vinezia. - Avviatevi che io vengo - dissi - e per tutto mi lascio rivedere -. Cosí arrivammo a Vinezia. Io presi parere da un fratello del cardinal Cornaro, dicendo che mi facessi favore che io potessi aver l'arme, qual mi disse che liberamente io la portassi, che il peggio che me ne andava si era perder la spada.
     
      LXXVIII. Cosí portando l'arme, andammo a visitare Iacopo del Sansovino scultore, il quale aveva mandato per il Tribolo; e a me fece gran carezze, e vuolseci dar desinare, e seco restammo. Parlando col Tribolo, gli disse che non se ne voleva servire per allora, e che tornassi un'altra volta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





Magalotti Tribolo Lamentone Vinezia Pier Benintendi Benvenuto Vinezia Vinezia Cornaro Iacopo Sansovino Tribolo Tribolo