Andatomene dal Duca, lo trovai nel letto, perché dicevano che egli aveva disordinato; e finito in poco piú di dua ore quello che mi bisognava alla sua medaglia di cera, mostrandognene finita, li piacque assai. Allora io mostrai a Sua Eccellenzia il salvo condotto aùto per ordine del Papa, e come il Papa mi richiedeva che io gli facessi certe opere; per questo andrei a riguadagnare quella bella città di Roma, e intanto lo servirei della sua medaglia. A questo il Duca disse mezzo in còllora: - Benvenuto, fa' a mio modo, non ti partire; perché io ti risolverò la provvisione, e ti darò le stanze in zecca con molto piú di quello che tu non mi sapresti domandare, perché tu mi domandi quello che è giusto e ragionevole: e chi vorrestú che mi mettessi le mia belle stampe che tu m'hai fatte? - Allora io dissi: - Signore, e' s'è pensato a ogni cosa, perché io ho qui un mio discepolo, il quale è un giovane romano, a chi io ho insegnato, che servirà benissimo la Eccellenzia Vostra per insino che io ritorno con la sua medaglia finita a starmi poi seco sempre. E perché io ho in Roma la mia bottega aperta con lavoranti e alcune faccende, aùto che io ho la grazia, lasserò tutta la divozione di Roma a un mio allevato che è là, e di poi con la buona grazia di Vostra Eccellenzia me ne tornerò a lei -. A queste cose era presente quello Lorenzino sopraddetto de' Medici e non altri: il Duca parecchi volte l'accennò che ancora lui mi dovessi confortare a fermarmi; per la qual cosa il ditto Lorenzino non disse mai altro, se none: - Benvenuto, tu faresti il tuo meglio a restare -. Al quale io dissi che io volevo riguadagnare Roma a ogni modo.
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