Costui non disse altro, e stava continuamente guardando il Duca con un malissimo occhio. Io, avendo finito a mio modo la medaglia e avendola serrata nel suo cassettino, dissi al Duca: - Signore, state di buona voglia, che io vi farò molto piú bella medaglia che io non feci a papa Clemente: ché la ragion vuole che io faccia meglio, essendo quella la prima che io facessi mai; e messer Lorenzo qui mi darà qualche bellissimo rovescio, come persona dotta e di grandissimo ingegno -. A queste parole il ditto Lorenzo subito rispose dicendo: - Io non pensavo a altro, se none a darti un rovescio che fussi degno di Sua Eccellenzia -. El Duca sogghignò, e guardato Lorenzo, disse: - Lorenzo, voi gli darete il rovescio, e lui lo farà qui, e non si partirà -. Presto rispose Lorenzo, dicendo: - Io lo farò il piú presto ch'io posso, e spero far cosa da far maravigliare il mondo -. Il Duca, che lo teneva quando per pazzericcioe quando per poltrone, si voltolò nel letto e si rise delle parole che gli aveva detto. Io mi parti' sanza altre cirimonie di licenzia, e gli lasciai insieme soli. Il Duca, che non credette che io me ne andassi, non mi disse altro. Quando e' seppe poi che io m'ero partito, mi mandò drieto un suo servitore, il quale mi raggiunse a Siena, e mi dette cinquanta ducati d'oro da parte del Duca, dicendomi che io me gli godessi per suo amore, e tornassi piú presto che io potevo. - E da parte di messer Lorenzo ti dico, che lui ti mette in ordine un rovescio maraviglioso per quella medaglia che tu vuoi fare -. Io avevo lasciato tutto l'ordine a Pietropagolo romano sopraditto in che modo egli avev'a mettere le stampe; ma perché l'era cosa difficilissima, egli non le misse mai troppo bene.
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