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      Il quale, per essermi diventato nimico, cercava con ogni studio di farmi dispiacere; e vedendo che il Papa parlava di me con tanta affezione e virtú, disse: - E' non è dubbio nessuno che Benvenuto è persona di maraviglioso ingegno; ma se bene ogni uomo naturalmente è tenuto a voler bene piú a quelli della patria sua che agli altri, ancora si doverrebbe bene considerare in che modo e' si dee parlare di un Papa. Egli ha avuto a dire, che papa Clemente era il piú bel principe che fussi mai, e altrettanto virtuoso, ma sí bene con mala fortuna; e dice che Vostra Santità è tutta al contrario, e che quel regno vi piagne in testa, e che voi parete un covon di paglia vestito, e che in voi non è altro che buona fortuna -. Queste parole furno di tanta forza, dette da colui che benissimo le sapeva dire, che il Papa le credette: io non tanto non l'aver dette, ma in considerazion mia non venne mai tal cosa. Se il Papa avessi possuto con suo onore, mi arebbe fatto dispiacere grandissimo; ma come persona di grandissimo ingegno, fece sembiante di ridersene: niente di manco e' riservò in sé un tanto grand'odio in verso di me, che era inistimabile; e io me ne cominciai a 'vvedere, perché non entravo innelle camere con quella facilità di prima, anzi con grandissima difficultà. E perché io ero pur molt'anni pratico in queste corte, e' m'immaginai che qualche uno avessi fatto cattivo uffizio contro a di me; e destramente ricercandone, mi fu detto il tutto, ma non mi fu detto chi fussi stato; e io non mi potevo inmaginare chi tal cosa avessi detto, che sapendolo io ne arei fatto vendette a misura di carboni.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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