In questo sopraggiunse don Diego, Francesco e Ascanio, e il padre, che io non conosceva. Entrato Ascanio, io che gli guardavo tutti con l'occhio della stizza, Francesco di colore ismorto disse: - Eccovi rimenato Ascanio, il quale io tenevo, non pensando farvi dispiacere -. Ascanio reverentemente disse: - Maestro mio, perdonatemi; io son qui per far tutto quello che voi mi comanderete -. Allora io dissi: - Se' tu venuto per finire il tempo che tu m'hai promesso? - Disse di sí, e per non si partir mai piú da me. Io mi volsi allora e dissi a quel fattorino, a chi lui aveva dato, che gli porgessi quel fardello de' panni: e allui dissi: - Eccoti tutti e' panni che io t'avevo donati, e con essi abbi la tua libertà e va dove tu vuoi -. Don Diego restato maravigliato di questo, ché ogni altra cosa aspettava. In questo, Ascanio insieme col padre mi pregava che io gli dovessi perdonare e ripigliarlo. Domandato chi era quello che parlava per lui, mi disse esser suo padre; al quale di poi molte preghiere dissi: - E per esser voi suo padre, per amor vostro lo ripiglio.
XCIV. Essendomi risoluto, come io dissi poco fa, di andarmene alla volta di Francia, sí per aver veduto che il Papa non mi aveva in quel concetto di prima, ché per via delle male lingue m'era stato intorbidato la mia gran servitú, e per paura che quelli che potevano non mi facessin peggio; però mi ero disposto di cercare altro paese, per veder se io trovavo miglior fortuna, e volentieri mi andavo con Dio, solo. Essendomi risoluto una sera per partirmi la mattina, dissi a quel fidel Felice, che si godessi tutte le cose mia insino al mio ritorno; e se avveniva che io non ritornassi, volevo che ogni cosa fossi suo.
| |
Diego Francesco Ascanio Ascanio Francesco Ascanio Diego Ascanio Francia Papa Dio Felice Ascanio Maestro
|