Io avevo, una mattina infra l'altre, lavorato piú di tre ore innanzi giorno in sull'opere della sopra ditta isposa, e in mentre che la mia bottega si apriva e spazzava, io m'ero messo la cappa addosso per dare un poco di volta; e preso il cammino per istrada Iulia, isboccai in sul canto della Chiavica; dove Crespino bargello con tutto la sua sbirreria mi si fece in contro, e mi disse: - Tu se' prigion del Papa -. Al quale io dissi: - Crespino, tu m'hai preso in iscambio. - No - disse Crespino - tu se' il virtuoso Benvenuto, e benissimo ti cognosco, e ti ho a menare in castel Sant'Agnolo, dove vanno li signori e li uomini virtuosi pari tua -. E perché quattro di quelli caporali sua mi si gittorno addosso e con violenza mi volevan levare una daga che io avevo a canto e certe anella che io avevo in dito, il ditto Crespino a loro disse: - Non sia nessun di voi che lo tocchi: basta bene che voi facciate l'uffizio vostro, che egli non mi fugga -. Dipoi accostatomisi, con cortese parole mi chiese l'arme. In mentre che io gli davo l'arme, mi venne considerato che in quel luogo appunto io avevo ammazzato Pompeo. Di quivi mi menorno in Castello, e in una camera su di sopra, innel mastio, mi serrorno prigione. Questa fu la prima volta che mai io gustai prigione, insino a quella mia età de' trentasette anni.
CII. Considerato il signor Pierluigi, figliuol del Papa, la gran quantità de' danari, che era quella di che io era accusato, subito ne chiese grazia a quel suo padre Papa, che di questa somma de' danari gliene facessi una donagione.
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