Per la qual cosa il Papa volentieri gliene concesse, e di piú gli disse che ancora gliene aiuterebbe riscuotere: di modo che, tenutomi prigione otto giorni interi, in capo degli otto giorni, per dar qualche termine a questa cosa, mi mandorno a esaminare. Di che io fu' chiamato in una di quelle sale, che sono in Castello, del Papa, luogo molto onorato; e gli esaminatori erano il Governator di Roma, qual si domandava messer Benedetto Conversini pistolese, che fu da poi vescovo de Iesi; l'altro si era il Proccurator fiscale, che del nome suo non mi ricordo; l'altro, ch'era il terzo, si era il giudice de' malificii, qual si domandava messer Benedetto da Cagli. Questi tre uomini mi cominciorno a esaminare, prima con amorevole parole, da poi con asprissime e paventose parole, causate perché io dissi loro: - Signori mia, egli è piú d'una mezz'ora, che voi non restate di domandarmi di favole e di cose, che veramente si può dire che voi cicalate, o che voi favellate. Modo di dire, cicalare, che non ha tuono, o favellare, che non vol dir nulla; sí che io vi priego che voi mi diciate quel che voi volete da me, e che io senta uscir delle bocche vostre ragionamenti, e non favole e cicalerie -. A queste mie parole il Governatore, ch'era pistoiese, e non potendo piú palliare la sua arrovellata natura mi disse: - Tu parli molto sicuramente, anzi troppo altiero; di modo che cotesta tua alterigia io te la farò diventare piú umile che un canino a li ragionamenti che tu mi udirai dirti; e' quali non saranno né cicalerie né favole, come tu di', ma saranno una proposta di ragionamenti, ai quali e' bisognerà bene che tu ci metti del buono a dirci la ragione di essi -. E cosí cominciò: - Noi sappiamo certissimo che tu eri in Roma al tempo del Sacco, che fu fatto in questa isfortunata città di Roma; e in questo tempo tu ti trovasti in questo Castel Sant'Agnolo, e ci fusti adoperato per bombardiere; e perché l'arte tua si è aurifice e gioielliere, papa Clemente per averti conosciuto in prima, e per non essere qui altri di cotai professione, ti chiamò innel suo secreto e ti fece isciorre tutte le gioie dei sua regni e mitrie e anella; e di poi fidandosi di te, volse che tu gnene cucissi adosso: per la qual cosa tu ne serbasti per te di nascosto da Sua Santità per il valore di ottanta mila scudi.
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