Subito il Castellano mi fece chiamare, e io gli dissi tutto il seguito; per la qual cosa lui ristrinse il frate, il quale iscoperse quel cancelliere, che fu per essere impiccato. Il detto Castellano quietò la cosa, la quale era di già venuta agli orecchi del Papa; campò il suo cancelliere dalle forche, e me allargò innel medesimo modo che io mi stavo in prima.
CVI. Quando io veddi seguire questa cosa con tanto rigore, cominciai a pensare ai fatti mia, dicendo: - Se un'altra volta venissi un di questi furori, e che questo uomo non si fidassi di me, io non gli verrei a essere piú ubbrigato, e vorrei adoperare un poco li mia ingegni, li quali io sono certo che mi riuscirieno altrimenti che quei di quel frataccio - e cominciai a farmi portare delle lenzuola nuove e grosse, e le sudice io non le rimandavo. Li mia servitori chiedendomele, io dicevo loro che si stessin cheti, perché io l'avevo donate a certi di quei poveri soldati; che se tal cosa si sapessi, quelli poveretti portavano pericolo della galera: di modo che li mia giovani e servitori fidelissimamente, massimo Felice, mi teneva tal cosa benissimo segreto, le ditte lenzuola. Io attendevo a votare un pagliericcio, e ardevo la paglia, perché nella mia prigione v'era un cammino da poter far fuoco. Cominciai di queste lenzuola e farne fascie larghe un terzo di braccio: quando io ebbi fatto quella quantità che mi pareva che fussi a bastanza a discendere da quella grande altura di quel mastio di castel Sant'Agnolo, io dissi ai miei servitori, che avevo donato quelle che io volevo, e che m'attendessino a portare delle sottile, e che sempre io renderei loro le sudice.
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