In questo mezzo mi venne a visitare la nobiltà di Roma, e giovani e vecchi e d'ogni sorte. Il Castellano, cosí fuor di sé, si fece portare al Papa; e quando fu dinanzi a Sua Santità cominciò a gridare dicendo, che se lui non me gli rendeva in prigione, che gli faceva un gran torto, dicendo: - E' m'è fuggito sotto la fede che m'aveva data; oimè, che e' m'è volato via, e mi promesse di non volar via! - Il Papa ridendo disse: - Andate, andate, che io ve lo renderò a ogni modo -. Aggiunse il Castellano, dicendo al Papa: - Mandate a lui il Governatore, il quale intenda chi l'ha aiutato fuggire, perché se gli è de' mia uomini, io lo voglio impiccare per la gola a quel merlo dove Benvenuto è fuggito -. Partito il Castellano, il Papa chiamò il Governatore sorridendo, e disse: - Questo è un bravo uomo, e questa è una maravigliosa cosa; con tutto che, quando io ero giovane, ancora io iscesi di quel luogo proprio -. A questo il Papa diceva il vero, perché gli era stato prigione in Castello per avere falsificato un breve, essendo lui abbreviatore di Parco Maioris: papa Lessandro l'aveva tenuto prigione assai; di poi, per esser la cosa troppo brutta, si era risoluto tagliargli il capo; ma volendo passare le feste del Corpus Domini, sapendo il tutto il Farnese, fece venire Pietro Chiavelluzzi con parecchi cavalli, e in Castello corroppe con danari certe di quelle guardie; di modo che il giorno del Corpus Domini, in mentre che il Papa era in processione, Farnese fu messo in un corbello e con una corda fu collatoinsino a terra.
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