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      Non era ancor fatto il procinto delle mura al Castello, ma era solamente il torrione, di modo che lui non ebbe quelle gran difficultà a fuggirne, sí come ebbi io: ancora, lui era preso a ragione e io a torto. Basta, ch'e' si volse vantare col Governatore d'essere istato ancora lui nella sua giovanezza animoso e bravo, e non s'avvedde che gli scopriva le sue gran ribalderie. Disse: - Andate e ditegli liberamente vi dica chi gli ha aiutato: cosí sie stato chi e' vuole, basta che allui è perdonato, e prometteteglielo liberamente voi.
     
      CXII. Venne a me questo Governatore, il quale era stato fatto di dua giorni innanzi vescovo de Iesi: giunto a me, mi disse: - Benvenuto mio, se bene il mio uffizio è quello che spaventa gli uomini, io vengo a te per assicurarti; e cosí ho autorità di prometterti per commessione espressa di Sua Santità, il quale m'ha ditto che anche lui ne fuggí, ma che ebbe molti aiuti e molta compagnia, ché altrimenti non l'aria potuto fare. Io ti giuro per i Sacramenti che io ho addosso - che son fatto Vescovo da dua dí in qua - che il Papa t'ha libero e perdonato, e gli rincresce assai del tuo gran male; ma attendi a guarire, e piglia ogni cosa per il meglio, ché questa prigione, che certamente innocentissima tu hai aùto, la sarà istata la salute tua per sempre, perché tu calpesterai la povertà, e non ti accadrà ritornare in Francia, andando a tribulare la vita tua in questa parte e in quella. Sí che dimmi liberamente il caso come gli è stato, e chi t'ha dato aiuto; di poi confòrtati e ripòsati e guarisci -. Io mi feci da un capo e gli contai tutta la cosa come l'era istata appunto, e gli detti grandissimi contrasegni, insino a dell'acquerolo che m'aveva portato a dosso.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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