- Il Bozza disse: - Morto lo trovai, e però lo dissi -. Subito mi levorno di quivi donde io ero, e levato il materasso, il quale era tutto fradicio diventato come maccheroni, lo gittorno fuori di quella stanza: e riditte queste tal cose al Castellano, mi fece dare un altro materasso. E cosí ricordatomi che cosa poteva essere stata quella che m'avessi stòlto da quella cotale inpresa, pensai che fussi stato cosa divina e mia difensitrice.
CXIX. Di poi la notte mi apparve in sogno una maravigliosa criatura in forma d'un bellissimo giovane, e a modo di sgridarmi diceva: - Sa' tu chi è quello che t'ha prestato quel corpo, che tu volevi guastare innanzi al tempo suo? - Mi pareva rispondergli che il tutto riconoscevo dallo Idio della natura. - Addunche - mi disse - tu dispregi l'opere sue, volendole guastare? Làsciati guidare a lui e non perdere la speranza della virtú sua - con molte altre parole tanto mirabile, che io non mi ricordo della millesima parte. Cominciai a considerare che questa forma d'angelo mi aveva ditto li vero; e gittato gli occhi per la prigione, viddi un poco di mattone fracido; cosí lo strofinai l'uno coll'altro e feci a modo che un poco di savore: di poi cosí carpone mi accostai a un taglio di quella porta della prigione e co' denti tanto feci, che io ne spiccai un poco di scheggiuzza; e fatto che io ebbi questo, aspettai quella ora del lume che mi veniva alla prigione, la quale era dalle venti ore e mezzo insino alle ventuna e mezzo. Allora cominciai a scrivere il meglio che io poteva in su certe carte che avanzavano innel libro della Bibbia; e riprendevo gli spiriti mia dello intelletto, isdegnati di non voler piú istare in vita; i quali rispondevano a il corpo mio, iscusandosi della loro disgrazia: e il corpo dava loro isperanza di bene: cosí in dialogo iscrissi:
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