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      Di modo che seguitando innanzi colle mie grandi orazioni, tutte volte collo affetto a Cristo, sempre dicendo: - O vero figliuol de Dio, io ti priego per la tua nascita, per la tua morte in croce e per la tua gloriosa resurressione, che tu mi facci degno che io vegga il sole, se none altrimenti, almanco in sogno; ma se tu mi facessi degno che io lo vedessi con questi mia occhi mortali, io ti prometto di venirti a visitare al tuo santo Sepulcro -. Questa resoluzione e queste mie maggior preci a Dio le feci a' dí dua d'ottobre nel mille cinquecento trentanove. Venuto poi la mattina seguente, che fu a' dí tre di ottobre detto, io m'ero risentito alla punta del giorno, innanzi il levar del sole, quasi un'ora; e sollevatomi da quel mio infelice covile, mi messi a dosso un poco di vestaccia che io avevo, perché e' s'era cominciato a far fresco: e stando cosí sollevato, facevo orazione piú divote che mai io avessi fatte per il passato; ché in dette orazione dicevo con gran prieghi a Cristo, che mi concedessi almanco tanto di grazia, che io sapessi per ispirazion divina per qual mio peccato io facevo cosí gran penitenzia; e da poi che Sua Maestà divina non mi aveva voluto far degno della vista del sole almanco in sogno, lo pregavo per tutta la sua potenzia e virtú, che mi facessi degno che io sapessi quale era la causa di quella penitenzia.
     
      CXXII. Dette queste parole, da quello Invisibile, a modo che un vento io fui preso e portato via, e fui menato in una stanza dove quel mio Invisibile allora visibilmente mi si mostrava in forma umana, in modo d'un giovane di prima barba; con faccia maravigliosissima, bella, ma austera, non lasciva; e mi mostrava innella ditta stanza, dicendomi: - Quelli tanti uomini che tu vedi, sono tutti quei che insino a qui son nati e poi son morti -. Il perché io lo domandavo per che causa lui mi menava quivi: il qual mi disse: - Vieni innanzi meco e presto lo vedrai -. Mi trovavo in mano un pugnaletto e indosso un giaco di maglia; e cosí mi menava per quella grande stanza, mostrandomi coloro che a infinite migliaia or per un verso or per un altro camminavano.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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