Non istante che io avessi assai da fare, ancora mi abbundava di nuove opere; e mi dette a fare il suo suggello pontificale, il quale fu di grandezza quanto una mana d'un fanciullo di dodici anni; e in esso suggello intagliai dua istoriette in cavo; che l'una fu quando san Giovanni predicava nel diserto, l'altra quando sant'Ambruogio scacciava quelli Ariani, figurato in su'n un cavallo con una sferza in mano, con tanto ardire e buon disegno, e tanto pulitamente lavorato, che ogniuno diceva che io avevo passato quel gran Lautizio il quale faceva solo questa professione; e il Cardinale lo paragonava per propria boria con gli altri suggelli dei cardinali di Roma, quali erano quasi tutti di mano del sopraditto Lautizio.
II. Ancora m'aggiunse il Cardinale, insieme con quei dua sopra ditti, che io gli dovessi fare un modello d'una saliera; ma che arebbe voluto uscir dell'ordinario di quei che avean fatte saliere. Messer Luigi, sopra questo, approposito di questo sale, disse molte mirabil cose; messer Gabbriello Cesano ancora lui in questo proposito disse cose bellissime. Il Cardinale, molto benigno ascoltatore e saddisfatto oltramodo delli disegni, che con parole aveano fatto questi dua gran virtuosi, voltosi a me disse: - Benvenuto mio, il disegno di messer Luigi e quello di messer Gabbriello mi piacciono tanto, che io non saprei qual mi tòrre l'un de' dua; però a te rimetto, che l'hai a mettere in opera -. Allora io dissi: - Vedete, Signori, di quanta importanza sono i figliuoli de' re e degli imperatori, e quel maraviglioso splendore e divinità che in loro apparisce.
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