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      Questo fu Bernardo Saliti, che fece questo uffizio mirabilmente. Il detto Fiaschino subito mi venne a trovare con grandissime sclamazioni, dicendomi che se il Duca sapeva che io gli rimandassi un presente in quel modo, che lui cosí benignamente m'aveva donato, che egli l'arebbe molto per male, e forse me ne potrei pentire. Al ditto risposi, che l'anello che Sua Eccellenzia m'avea donato, era di valore d'un dieci scudi in circa, e che l'opera che io avevo fatta a Sua Eccellenzia valeva piú di ducento; ma per mostrare a Sua Eccellenzia che io stimavo l'atto della sua gentilezza, che solo mi mandassi uno anello del granchio, di quelli che vengon d'Inghilterra che vagliono un carlino in circa; quello io lo terrei per memoria di Sua Eccellenzia in sin che io vivessi, insieme con quelle
      onorate parole che Sua Eccellenzia m'aveva fatto porgere; perché io facevo conto che lo splendore di Sua Eccellenzia avessi largamente pagato le mie fatiche, dove quella bassa gioia me le vituperava. Queste parole furno di tanto dispiacere al Duca, che egli chiamò quel suo detto tesauriere, e gli disse villania, la maggiore che mai pel passato lui gli avessi detto; e a me fe' comandare, sotto pena della disgrazia sua, che io non partissi di Ferrara se lui non me lo faceva intendere; e al suo tesauriere comandò che mi dessi un diamante che arrivassi a trecento scudi. L'avaro tesauriere ne trovò uno che passava di poco sessanta scudi, e dette ad intendere che il ditto diamante valeva molto piú di dugento.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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