Entrai drento, e subito presi de' servitori, e comperai parecchi gran pezzi d'arme in aste, e parecchi giorni mi stetti con grandissimo dispiacere; perché questo era gran gentiluomo pariciano, e gli altri gentiluomini m'erano tutti nimici, di modo che mi facevano tanti insulti, che io non potevo resistere. Non voglio lasciare indietro, che in questo tempo che io m'acconciai con Sua Maestà correva appunto il millesimo del 1540, che appunto era l'età mia de' quaranta anni.
XIII. Per questi grandi insulti io ritornai al Re, pregando Sua Maestà che mi accomodassi altrove: alle qual parole mi disse il Re: - Chi siate voi, e come avete voi nome? - Io restai molto ismarrito e non sapevo quello che il Re si volessi dire; e standomi cosí cheto, il Re replicò un'altra volta le medesime parole quasi adirato. Allora io risposi che aveva nome Benvenuto. Disse il Re: - Addunche se voi siete quel Benvenuto che io ho inteso, fate sicondo il costume vostro, che io ve ne dò piena licenza -. Dissi a Sua Maestà che mi bastava solo mantenermi nella grazia sua, del resto io non conoscevo cosa nessuna che mi potessi nuocere. Il Re, ghignato un pochetto, disse: - Andate addunche, e la grazia mia non vi mancherà mai -. Subito mi ordinò un suo primo segretario, il quale si domandava monsignor di Villurois, che dessi ordine a farmi provvedere e acconciare per tutti i miei bisogni. Questo Villurois era molto grande amico di quel gentiluomo chiamato il provosto, di chi era il ditto luogo di Nello. Questo luogo era in forma triangulare, ed era appiccato con le mura della città ed era castello antico, ma non si teneva guardie: era di buona grandezza.
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Sua Maestà Sua Maestà Benvenuto Benvenuto Sua Maestà Villurois Villurois
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