El Re si risentí con molta baldanza, e voltosi a quei Signori, qual era il re di Navarra, el cardinal di Loreno e 'l cardinal di Ferrara, e' disse: - Questo veramente è un uomo da farsi amare e desiderare da ogni uomo che non lo cognosca -; di poi disse a me, che volentieri vedrebbe quel disegno che io avevo fatto sopra tal cosa. Messimi in via, e prestamente andai e tornai, perché avevo solo a passare la fiumara, cioè la Sena: portai meco un modello di cera, il quale io avevo fatto già a richiesta del cardinal di Ferrara in Roma. Giunto che io fui dal Re, scopertogli il modello, il Re maravigliatosi disse: - Questa è cosa molto piú divina l'un cento, che io non arei mai pensato. Questa è gran cosa di quest'uomo! Egli non debbe mai posarsi -. Di poi si volse a me con faccia molto lieta, e mi disse che quella era un'opera che gli piaceva molto, e che desiderava che io gliene facessi d'oro. Il cardinal di Ferrara, che era alla presenza mi guardò in viso e mi accennò, come quello che la ricognobbe che quello era il modello che io avevo fatto per lui in Roma. A questo io dissi che quell'opera già avevo detto che io la farei a chi l'aveva avere. Il Cardinale, ricordatosi di quelle medesime parole, quasi che isdegnato, parutogli che io mi fussi voluto vendicare, disse al Re: - Sire, questa è una grandissima opera, e però io non sospetterei d'altro, se none che io non crederrei mai vederla finita; perché questi valenti uomini, che hanno quei gran concetti di quest'arte, volentieri danno lor principio, non considerando bene quando ell'hanno aver la fine.
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