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      Vedutolo io lieto a mio modo, gli scopersi l'altro modello, quale lui punto non aspettava, parendogli d'aver veduto assai opera in quello. Questo modello era grande piú di due braccia, nel quale avevo fatto una fontana in forma d'un quadro perfetto, con bellissime iscalee intorno, quale s'intrasegavano l'una nell'altra: cosa che mai piú s'era vista in quelle parti, e rarissima in queste. In mezzo a detta fontana avevo fatto un sodo, il quale si dimostrava un poco piú alto che 'l ditto vaso della fontana: sopra questo sodo avevo fatto, a conrispondenza, una figura ignuda di molta bella grazia. Questa teneva una lancia rotta nella man destra elevata innalto, e la sinistra teneva in sul manico d'una sua storta fatta di bellissima forma: posava in sul piè manco e il ritto teneva in su un cimiere tanto riccamente lavorato, quanto immaginar si possa; e in su e' quattro canti della fontana avevo fatto, in su ciascuno, una figura assedere elevata, con molte sue vaghe imprese per ciascuna. Comincionmi a dimandare il Re che io gli dicessi che bella fantasia era quella che io avevo fatta, dicendomi che tutto quello che io avevo fatto alla porta, sanza dimandarmi di nulla lui l'aveva inteso, ma che questo della fonte, sebbene gli pareva bellissimo, nulla non n'intendeva; e ben sapeva che io non avevo fatto come gli altri sciocchi, che se bene e' facevano cose con qualche poco di grazia, le facevano senza significato nissuno. A questo io mi messi in ordine; ché essendo piaciuto col fare, volevo bene che altretanto piacessi il mio dire.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536