Questi italiani ditti si erano, il primo e 'l piú caro, Ascanio, del regno di Napoli, luogo ditto Tagliacozze; l'altro si era Pagolo, romano, persona nata molto umile e non si cognosceva suo padre: questi dua erano quelli che io avevo menato di Roma, li quali in detta Roma stavano meco. Un altro romano, che era venuto ancora lui a trovarmi di Roma apposta, ancora questo si domandava per nome Pagolo ed era figliuolo d'un povero gentiluomo romano della casata de' Macaroni: questo giovane non sapeva molto de l'arte, ma era bravissimo con l'arme. Un altro n'avevo, il quale era ferrarese, e per nome Bartolomeo Chioccia. Ancora un altro n'avevo: questo era fiorentino e aveva nome Pagolo Miccieri. E perché il suo fratello, ch'era chiamato per sopra nome il Gatta, questo era valente in su le scritture, ma aveva speso troppo innel maneggiare la roba di Tommaso Guadagni ricchissimo mercatante, questo Gatta mi dette ordine a certi libri, dove io tenevo i conti del gran Re Cristianissimo e d'altri; questo Pagolo Miccieri, avendo preso il modo dal suo fratello di questi mia libri, lui me gli seguitava, e io gli davo bonissima provvisione. E perché e' mi pareva molto buon giovane, perché lo vedevo divoto, sentendolo continuamente quando borbottar salmi, quando con la corona in mano, assai mi promettevo, della sua finta bontà. Chiamato lui solo da parte, gli dissi: - Pagolo, fratello carissimo; tu vedi come tu stai meco bene, e sai che tu non avevi nissuno avviamento, e di piú ancora tu se' fiorentino; per la qual cosa io mi fido piú di te, per vederti molto divoto con gli atti della religione, quale è cosa che molto mi piace.
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